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lunedì 31 gennaio 2011

L'addio ai monti

Oggi è il mio ultimo giorno italiano, e sono un po' elettrica.
Nonostante le numerose ore aeroportuali che ho accumulato, le partenze riescono sempre ad innervosirmi.
Ci sono tutte quelle incombenze pratiche come preparare la valigia, racimolare tutti i documenti, fare il check in, stampare la carta di imbarco, sincronizzare gli spostamenti.. e poi le incombenze emotive come distribuire saluti, mangiare l'ultima pizza, chiudere le persiane della stanza accarezzando le montagne con lo sguardo, sorbirsi le prediche dei genitori, ecc.
Sono tante le cose che mi mancheranno a Parigi, come la nebbia ad esempio, che mi piace tantissimo quando avvolge tutto fittamente e fa imprecare il guidatore di turno.
Mi manca andare in bici giù all'Adda, e non poter riconoscere tutti i miei riferimenti: la salita della colonia, la panchina nascosta, il punto dove il fiume si divide ed è più bello, le fonti dove fermarmi a bere dalla coppa del nonno lasciata lì apposta. 
Mi manca camera mia, i miei poster dei Sex Pistols e dei Trezzo Fast Fest, i miei libri tutt'intorno, il mio letto singolo sempre disfatto, i miei cassetti semiaperti, le poesie che preferisco appese al muro della scrivania.
Mi mancano i miei genitori, che a distanza amo di più. Perché quando ci si sente 3 volte a settimana, non si ha mai voglia di litigare, e anche se mi annoio lo stesso a sentire le loro notizie da barbagianni, le ascolto più volentieri.
Gli amici mi mancano in un modo diverso.. perché più che altro mi piacerebbe portarli con me per spassarcela a Parigi, e condividere con loro delle avventure che in solitaria non considero nemmeno, come la discoteca-crociera sulla Senna! Cosa vado a farci da sola? Se non c'è nessuno che si ubriaca e vomita per conto mio che divertimento c'è?

E poi mi mancano gli odori di casa mia.. l'odore della pasta e broccoli ad esempio, che a voi magari farà storcere il naso, ma che a me tira fuori tutto il sangue meridionale che ho nelle vene, o il profumo della focaccia pugliese appena sfornata che sento già sul pianerottolo...

Oh amici, dopotutto anche con i migliori propositi, partire è sempre un po' morire..

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